LJEPŠI KRAJ O UNA FINE PIU’ FELICE DI BEKIM SEJRANOVIĆ
Il protagonista del romanzo è un bosniaco con passaporto norvegese che vive da nomade, senza riuscire a stabilirsi da nessuna parte in maniera duratura. Cambia mestieri, luoghi, donne. La sua vita è pervasa da un sentimento di angoscia e di vuoto che di volta in volta placa con alcool e stupefacenti. Un giorno, dopo l’ennesimo fallimento in amore, stanco e insoddisfatto della propria esistenza si ritira nella Bosnia profonda, in una capanna ereditata da suo nonno. Solo e isolato inizia a scrivere un diario in cui alterna il racconto della quotidianità in Bosnia alle vicissitudini passate in Norvegia. Della Norvegia ricorda soprattutto la relazione amorosa con Cathrine, l’ex fidanzata che avrebbe voluto riportarlo sulla retta via, ma anche tutta una serie di amici di diversa origine e provenienza nelle cui biografie si mescolano le esperienze dell’ex Jugoslavia e della Scandinavia. Trascorso un primo periodo di “astinenza” dal mondo, il protagonista comincia ad avvertire la necessità di riemergersi nella vita, anche se non sa esattamente a quale scopo. È il momento in cui entra in scena Salih, un lontano parente che gli chiede di aiutare la sorella Almasa a fuggire in Norvegia. Il motivo della fuga sarebbe il desiderio della giovane donna di sottrarsi alla prospettiva di un matrimonio combinato con un wahabita locale. Non appena i due si mettono in viaggio Almasa svela all’uomo che è incinta di un invalido di guerra che peraltro non è sicura di amare veramente. L’unico suo desiderio è mettere al mondo la figlia che porta nel proprio grembo. Una volta arrivati a Oslo i due parenti si sposano per consentire ad Almasa di integrarsi in Norvegia e per realizzare tutto ciò che desidera. A Oslo Almasa lavora come donna di pulizie, studia il norvegese, si prende cura della neonata Aida e della casa. È talmente decisa a portare avanti il proprio progetto di vita che riesce persino a convincere le autorità norvegesi dell’autenticità del suo matrimonio. Almasa non solo realizza se stessa, ma aiuta anche il “marito” a dare un senso alla propria vita stimolandolo a trasformare “il diario della capanna” in un romanzo a lieto fine.
Era da un po’ di tempo che non leggevo un romanzo così ironico, divertente, ma anche toccante e crudo su temi importanti come la ricerca della libertà individuale, la questione dell’identità, l’emigrazione. Bekim usa e manipola in maniera originale le immagini di due Paesi così diversi, riuscendo persino a creare un’idea di continuità e di somiglianza fra queste realtà.
Bekim Sejranović, nato a Brčko in Bosnia ed Erzegovina nel 1972, è fra gli autori più apprezzati dell’ex Jugoslavia. Dopo un periodo di permanenza in Croazia, nel 1993 emigra a Oslo dove consegue un master in letterature slave del sud. È autore di raccolte di racconti e romanzi fra cui Nigdje Niotkuda/In nessun luogo, Da nessuna parte, per il quale nel 2009 ha vinto il prestigioso premio letterario Meša Selimović.